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Genere Amanita

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Genere Amanita
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Studio di Antonello Arisci sul genere Amanita in corso di avanzamento 

Il genere Amanita

 

I funghi appartenenti al genere Amanita sono caratterizzati da carpofori generalmente di media grandezza, composti da cappello e gambo, hanno le spore bianche che vengono prodotte dai basidi presenti in un imenoforo a lamelle situato sotto il cappello, hanno una volva alla base del gambo slanciato e spesso un anello, vivono per la maggior parte in simbiosi con alberature.

   Esempio di carpoforo con anello e volva assai appariscenti

 

Quelli esposti sopra sono i caratteri generali che, come spesso avviene in tutti i campi, possono non essere sempre presenti, quando lo sono possono esserlo in modo variabile.

 

  Carpoforo che presenta un evidente anello ma una volva poco percettibile perchè dissociata   

  Esempio di carpoforo in cui non ci sono più tracce di anello e una lieve traccia di volva oramai dissociata in fiocchi

  Esempio di carpoforo in cui non ci sono più tracce di anello ma possiede una volva ampia e persistente

 

Se pensiamo all’evoluzione come ad un ampliamento di caratteristiche presenti in un organismo, le Amanita si possono ritenere i funghi più evoluti in quanto assommano in loro caratteristiche che in altri generi sono presenti in modo parziale e non contemporaneamente.

 

Tutti i funghi nei primi istanti di vita sono ricoperti da un velo generale, velo che molti di loro perdono quasi subito e di cui non rimane alcuna traccia, altri invece conservano una specie di sottile cortina lanugginosa, su alcuni il residuo si manifesta come una sorta di pruina, in altri persiste un residuo glutinoso. Le Amanita hanno il velo generale molto consistente, tale velo permane a lungo nel primordio avvolgendolo in una sorta di protezione totale, non scompare mai completamente e lascia tracce evidenti anche negli esemplari maturi dando origine a elementi come la volva e le placche o verruche che spesso appaiono sul cappello.

 

Nelle Amanita si riscontra anche la presenza del velo parziale che, in alcune specie dà origine all’anello mentre in altre si dissolve già nel primordio, elemento questo di rilevante importanza nella discriminazione delle diverse specie.

Il gambo è spesso robusto e finemente decorato e ciò equivale ad apporre una sorta di “firma” sulla specie; in alcune specie la presenza di un bulbo alla base del gambo ne facilita il riconoscimento.

    Esempio di gambo non decorato ma con la presenza di resti di velo generale alla base che si presenta a forma di cercini rivelando la dissociazione della volva

   Esempio di gambo decorato in maniera molto evidente

Il genere Amanita si può definire il genere più vario dal punto di vista cromatico in quanto i suoi carpofori si presentano dal bianco candido fino al bruno scuro passando per tutte le tonalità di giallo, rosso e verde.

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Il colore bianchissimo e luminoso di Amanita verna
Il colore giallo che ricorda il limone di Amanita citrina
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 Il bel colore albicocca della piccola Amanita crocea
Il tetro colore verdognolo della mortale Amanita phalloides
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L'allegro colore rosso della Amanita muscaria foriero di gravi intossicazioni
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Tutti questi particolari fanno del genere Amanita un genere facilmente riconoscibile, basta soltanto osservare con attenzione, senza avere conoscenze particolari. Inoltre riconoscere questo genere è doveroso per un cercatore di funghi in quanto il genere comprende sia  il fungo commestibile più buono e più ricercato che il fungo velenoso mortale che troppo spesso non lascia via di scampo. 

 Una prima e grossolana identificazione si può fare distinguendo le Amanita con anello da quelle che non lo hanno, le Amanita senza anello sono state tutte catalogate nella sezione Vaginatae o Vaginaria ma alcuni continuano a ritenere i funghi di  questa sezione come appartenenti al genere Amanitopsis.

 Nelle Amanita della sezione Vaginatae l’apparente assenza di anello evidenzia che nel primordio il velo parziale era di consistenza effimera e si è dissolto nei primi momenti di crescita del fungo. Questo carattere permette una facile identificazione della sezione ma non della specie, in quanto in questa sezione compaiono numerose specie con portamento, forma e colore assai differenti tra loro.

 Le Amanita appartenenti alla sezione Vaginatae contengono delle tossine termolabili che perdono le loro caratteristiche nocive facendo cuocere il fungo ad alta temperatura per almeno venti minuti. Dunque possiamo affermare che le Amanita vaginatae, anche se di scarso valore e di consistenza quasi nulla, sono commestibili dopo prolungata cottura.

 



 



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