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andar per funghi. Micologia e attività del Gruppo Ecologico Micologico Alto Lazio.

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Seminario sulle Api (21 maggio 2011)

“Le api una ricchezza per il territorio”

“Se un’ape ti si avvicina non avere paura, lasciala stare, non cacciarla, lei non ti attaccherà mai, perché è in cerca del polline per la sua colonia e sa che, se ti dovesse pungere per difendersi, morirebbe”.

Le zampe posteriori sono munite dell’apparato di raccolta e trasporto del polline sotto forma di pallottole.

A maggio il Dr. Volterrani dell’ASL RM F  ha tenuto per il nostro Gruppo un seminario su una delle società più ingegnose che si trovano in natura: le Api!  In particolare ha illustrato i caratteri biologici, morfologici e comportamentali, la sciamatura, i vari tipi di miele fino alle tecniche di apicoltura.

Le api sono una ricchezza per la natura e per l’uomo; contribuiscono a fecondare molte specie di piante che altrimenti non potrebbero riprodursi, tant’è che in America molti frutticoltori offrono nei loro orti e frutteti ospitalità gratuita agli apicoltori, e poi, soprattutto, producono miele, propoli e pappa reale, ricchi di proprietà benefiche per l’organismo umano.

Il miele, conosciuto fin dall’antichità, era considerato un dono della Provvidenza ed era così importante che addirittura pare che gli apicoltori babilonesi siano stati tutelati dai furti dalle loro arnie. Da sempre gli sono state riconosciute proprietà benefiche come ad esempio la longevità. Si narra che Pitagora sia morto all’età di 90 anni dopo averne consumato costantemente per decenni e gli Egizi lo deponevano accanto al defunto come cibo per l’aldilà. Inoltre sono risapute e confermate le sue proprietà curative, cicatrizzanti, antinfiammatorie, disintossicanti, o come regolatore di alcuni disturbi del metabolismo.

La struttura sociale delle Api è esclusivamente impegnata alla sopravvivenza dell’intera colonia. Tutto ruota intorno alla regina, l’unica che può vivere anche qualche anno, rispetto alle operaie che non superano il mese e che sacrificano sé stesse in caso di necessità, oppure la regina se nel tempo quest'ultima dovesse diventare “scadente” o”malata”. L’alveare, composto tra le 40000 e le 100000 api, è quindi “come un unico organismo, in cui i singoli individui possono essere paragonati alle cellule, perché non possono vivere autonomamente”.

Le attività che le api svolgono possono essere meglio comprese nel  prospetto seguente:

 

 Ma la cosa più sorprendente è la Comunicazione.

I ricercatori ci dicono che è un fenomeno complesso e ancora in fase di studio. Per semplificare si possono distinguere due tipi di comunicazione. Una, che riguarda ” l’olfatto e il gusto”, che avviene tramite i “feromoni”, cioè sostanze odorose - ne sono stati individuate 36 - che danno luogo a reazioni comportamentali diverse a seconda delle diverse attività e un’altra, meccanica, che riguarda i “ronzii” con intensità e frequenze diverse a seconda di ciò che accade nell’alveare (es. regolazione delle temperatura dell’alveare, aggressione di un invasore…) e le “danze” tra cui la “sciamatura” oppure la  “danza delle api ” con la quale comunicano dove si trovano le fonti di cibo.

Poiché la danza viene eseguita all’interno dell’alveare, le altre api non sono in grado di vederla, ma ne percepiscono i movimenti grazie alle antenne e alle zampe.

Il tipo di danza cambia a seconda se la fonte di cibo si trova a una distanza inferiore o superiore a 100 metri circa dall’alveare.

Nel primo caso l’ape esegue una danza circolare, le altre api annusano il nettare sul suo corpo e si uniscono alla danza e poi  volano intorno all'alveare finché trovano i fiori con lo stesso odore.

Nel secondo caso l’ape danza con andamento ondeggiante  descrivendo un otto e facendo ondeggiare l'addome lungo il tratto rettilineo.

                               

I Soci che hanno partecipato all’incontro avranno la possibilità di assistere da vicino alle tecniche di apicoltura ed alla smielatura presso uno dei produttori della nostra zona. La data dell’incontro verrà comunicata in seguito.

 



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